1. L'intervento di miglioramento nel caso in cui sia possibile apportare modifiche strutturali soltanto su una parte della costruzione
INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO
“8.4.2 NTC 2018 - La valutazione della sicurezza e il progetto di intervento dovranno essere estesi a tutte le parti della struttura potenzialmente interessate da modifiche di comportamento, nonché alla struttura nel suo insieme. […] Per le rimanenti costruzioni di classe III e per quelle di classe II il valore di ZetaE, sempre a seguito degli interventi di miglioramento, deve essere incrementato di un valore comunque non minore di 0,1”.
Ci si chiede cosa accade nel caso in cui sia possibile intervenire soltanto su una parte dell'unità strutturale, come ad esempio quando si interviene solo su una metà di un edificio bifamiliare.
Gli indici che descrivono la sicurezza strutturale di una costruzione sono tanti e sono di natura diversa, perché riguardano tutte le verifiche locali e globali, statiche e sismiche delle strutture che la compongono. Per semplicità di ragionamento, in questo articolo si tengono separate le diverse verifiche a cui si può convenzionalmente associare un diverso indice analitico di verifica, sulla scorta di ciò che fanno, ad esempio, tutti i codici di calcolo.
Non c'è dubbio intanto che il paragrafo 8.4.2 relativo al "miglioramento" non è riferito solo alle condizioni sismiche (locali e globali), ma anche a tutte le verifiche statiche. Per restringere il campo delle verifiche da effettuare, allora, bisogna ricordare che, secondo la definizione riportata nel paragrafo 8.4.2 sopra richiamata, le valutazioni della sicurezza sono da estendere non a tutte le verifiche e a tutte le singole porzioni della costruzione, ma SOLTANTO "a tutte le parti della struttura che subiscono una modifica di comportamento". L’affermazione (sempre riportata nel paragrafo 8.4.2) per cui la valutazione deve essere relativa “alla struttura nel suo insieme”, non si riferisce (secondo chi scrive) a "ciascuna" delle parti che compongono la struttura stessa, bensì al comportamento d’insieme, cioè a quello che tipicamente si esamina con la modellazione globale e che restituisce indici di verifica globali.
E il concetto appena espresso, dovrebbe valere non solo per il comportamento sotto azioni sismiche, ma anche per le verifiche sotto i carichi gravitazionali: se in una determinata porzione di edificio (ad esempio all'ultimo piano) non sono previsti interventi che modificano il comportamento strutturale per carichi verticali, non dovrebbe essere necessario procedere alle verifiche statiche di quelle porzioni (pareti, impalcati, ecc.).
Il paragrafo 8.4.2 fa poi riferimento alle azioni sismiche richiamando il parametro ZetaE, definito al precedente 8.3 quale il "livello di sicurezza della costruzione" in funzione della "azione sismica massima sopportabile dalla struttura": non è qui specificato se bisogna prendere in considerazione l'azione sismica massima sopportabile localmente oppure quella globalmente; ma siccome per stessa previsione delle NTC le costruzioni (in muratura, ad esempio) possono manifestare meccanismi locali rilevanti, è evidente che bisogna considerare anche il livello di sicurezza di tali verifiche sismiche locali. Quindi, ZetaE non può che essere il valore che corrisponde alla verifica peggiore (locale o globale, a seconda dei casi): non si può infatti affermare che la "azione sismica massima sopportabile dalla struttura" sia quella corrispondente ad esempio a ZetaE=0,6 globale, se per ZetaE=0,3 si manifesta il primo crollo (o la prima criticità per SLV) in una determinata verifica locale della costruzione.
Invece, il valore del parametro ZetaV (definito paragrafo 8.3 e corrispondente alle verifiche non sismiche), per le parti interessate dagli interventi, deve sempre essere superiore al 100%, altrimenti bisogna imporre limiti nell’uso della costruzione o di sue porzioni. In altre parole, per tutte le porzioni strutturali (impalcati, pareti, ecc.) potenzialmente interessate dagli interventi, il valore dei sovraccarichi variabili deve essere quello previsto dalle norme per le nuove costruzioni, con livelli di sicurezza pari almeno al 100%.
1) Si svolgono tutte le valutazioni della sicurezza statica locale delle sole parti che hanno subito modifiche dagli interventi, ricavando i singoli valori di ZetaV, che devono essere obbligatoriamente tutti superiori al 100%;
2) Si svolge la valutazione del comportamento sismico di insieme, da cui si ricava un primo valore di ZetaE globale;
3) Si svolgono tutte le valutazioni sismiche locali (es. ribaltamenti e pressoflessione trasversale, per le murature) delle sole parti che hanno subito modifica del loro livello di sicurezza locale, e si ricavano gli altri valori ZetaE;
4) Si prende il valore minore tra gli ZetaE locali e quello globale e si controlla che tale valore sia stato incrementato di almeno il 10% rispetto a quello dello stato di fatto, calcolato quest’ultimo in base alla azione sismica che corrisponde alla verifica (globale o locale) con il più basso indice di sicurezza.
CONSIDERAZIONI E PARADOSSI
Si deve osservare che per migliorare di almeno il 10% il valore di ZetaE come sopra calcolato bisogna avere fortuna: perché, per come è scritto il paragrafo 8.4.2, è possibile non fare la valutazione della sicurezza e non prevedere interventi su determinate porzioni, che appunto non sono interessate da modifiche di comportamento; e se il valore più basso di ZetaE dello stato di fatto è proprio quello relativo a una di queste porzioni (sulle quali per ipotesi non si può intervenire), si capisce che non è possibile in alcun modo ottenere il miglioramento del 10% del livello di sicurezza prescritto nell’8.4.2.
E allora come si fa? Chi scrive suggerisce due possibili approcci alternativi.
A. Il primo approccio è quello per cui il confronto dei valori di ZetaE (confronto che deve rispettare l'incremento di ZetaE pari ad almeno il 10%) si effettua soltanto tra stato di fatto e progetto delle parti interessate da modifica del comportamento: se siamo fortunati i valori del confronto sono quelli globali (perché magari nella costruzione tutte le verifiche locali possiedono già livelli di sicurezza piuttosto alti rispetto a quello globale); altrimenti tali valori di ZetaE potrebbero non essere comunque rappresentativi dell’azione massima sopportabile dalla costruzione, ma soltanto dell’azione massima sopportabile dalle parti di costruzione che hanno subito modifica del comportamento. Di ciò bisognerà relazionare nel progetto.
B. Il secondo approccio è quello di forzare l’intervento (quando possibile farlo) indipendentemente dalla proprietà delle diverse parti della costruzione, individuando quelle porzioni che presentano le verifiche con indice di sicurezza più basso, migliorandole di almeno il 10% sulla scala della massima sicurezza prevista per un edificio nuovo (ZetaE =100%).